Il Gioco della Sabbia
Un sogno a occhi aperti
È una metodica di recente applicazione nell'ambito della Psicologia Analitica, utilizzata sia nella terapia del bambino sia dell'adulto in una prospettiva aperta dal modello analitico junghiano verso il mondo immaginale.
Davanti a un problema irrisolto che richiede di essere visto e affrontato, o a un'emozione travolgente non esprimibile in parole, l'attività immaginativa può aprire una nuova prospettiva di vita.
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Nel 1929 Jung scriveva: «Tutto il lavoro umano trae origine dalla fantasia creativa, dall'immaginazione; come potremmo averne una bassa opinione? Inoltre, la fantasia normalmente non si smarrisce; profondamente legata com'è alla radice degli istinti umani e animali, ritrova sempre, in modo sorprendente, la via. L'attività creatrice dell'immaginazione strappa l'uomo ai vincoli che lo imprigionano nel "nient'altro che", elevandolo allo stato di colui che gioca. E l'uomo, come dice Schiller, "è totalmente uomo solo là dove gioca". L'effetto al quale io miro è di produrre uno stato psichico nel quale il paziente cominci a sperimentare con la sua natura uno stato di fluidità, mutamento e divenire, in cui nulla è eternamente fissato e pietrificato senza speranza».
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Chi inizia il gioco ha a disposizione un contenitore rettangolare col fondo dipinto d'azzurro, contenente sabbia ed un numero illimitato di oggetti: elementi naturali come sassi, vegetali, conchiglie, terre colorate, accanto ad oggetti in miniatura di tutto quello che appartiene al nostro mondo, come alberi, case, animali domestici e feroci, uomini, donne, in vari aspetti della vita.
L'invito che viene rivolto all’analizzante è quello di attuare, con quei mezzi ed in quello spazio, una scena a proprio piacimento che emerge dalla sua dimensione inconscia. Alla fine della composizione la scena viene fotografata.
Attraverso questa particolare esperienza ludica si ritiene sia possibile raggiungere una condizione psichica tale da attivare l'immaginazione che, secondo quanto afferma Jung, è un vettore capace di dare espressione alle determinanti inconsce della sofferenza mentale.
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Note:
Questo metodo speculativo origina dal “Gioco del Mondo”, introdotto da Margareth Lowenfeld a Londra nel 1939). Fu concepito per favorire l’espressione delle emozioni tramite scene di gioco da parte di bambini ammalati. La prima a cogliere la grande potenzialità trasformativa del gioco della sabbia e ad integrarlo nella visione teorica junghiana, è stata Dora Kalff nel 1966.